Storia da brividi l Chi uccise l’uomo di ghiaccio? VIDEO

Continuano le indagini sull’omicidio più antico del mondo, quello di Ötzi. Si tratta della mummia più antica del mondo e anche quella meglio conservata. Qual é la verita? Chi é stato? 

Nel corso di alcune ricerche per ritrovare un escursionista disperso, circa 25 anni fa, è stato ritrovato il corpo, perfettamente conservato di un uomo che dev’essere vissuto nell’era del rame, verso la fine del Neolitico.

Ötzi
Ricostruzione del volto di Ötzi (Foto National Geographic)

Il corpo, conservato al museo di archeologia di Bolzano, è continuamente sottoposto a studi che rivelano scoperte sensazionali circa il suo habitat ma soprattutto sulla causa della sua morte: si tratta di omicidio!

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Ma come hanno fatto gli esperti a riconoscere questi ed altri particolari relativi alla vita e alla morte del nostro sfortunato antenato?

Una ricerca degna di Sherlock Holmes

Ci sono voluti quasi 10 anni per identificare le cause della morte di Ötzi, che, a detta del professore Paul Gostner, potrebbe essere riconducibile ad una mina ritrovata all’altezza della spalla sinistra.

Con ogni probabilità, si è trattato di un omicidio a distanza. L’unico limite di questa ricerca risiede nel fatto che prelevare la mina senza danneggiare il colpo, limita di molto le possibilità di analisi.

Scheletro
Ritrovamento di Ötzi sulle Alpi (Foto National Geographic)

Quello che si sa, però, è già molto. Ad esempio, sappiamo che si trattava di un individuo adulto di circa 50 anni, alto circa 1,60 m e pesava circa 60 chili.

Altri studi permettono di sapere che l’uomo soffriva di diverse patologie, come ad esempio l’intolleranza al lattosio. Era un uomo sedentario, che consumava dalla carne alle verdure selvatiche.

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Il funerale della mummia di ghiaccio: i pezzi del puzzle si ricompongono

Tra le scoperte sensazionali, bisogna annoverare senza dubbio il pellame utilizzato per i vestiti, che era riconducibile sia ad animali selvatici che ad animali addomesticati.

Un esempio è il suo copricapo in stile “giovani marmotte”, il quale è stato fabbricato con la pelle d’orso.

Persino nelle armi, è possibile trovare traccia di uno stile di vita. Ce lo dimostra l’analisi dell’arco rinvenuto insieme alla salma, a cura del professor Manuel Lizarralde, esperto di archi antichi al Connecticut College.

Secondo l’esperto, il design era uno dei migliori dell’epoca e la sua conformazione permetteva di scagliare frecce fino a 180 m di distanza ad una velocità di 50 metri al secondo. Per questo va considerata come una vera e propria arma da guerra!

Per cui, anche se non possiamo ancora dire che il caso è chiuso, siamo sulla buona strada per conoscere qual è la verità del nostro misterioso amico di tanto tempo fa…!

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