Giacche e piumini caldi senza sofferenza animale | Fantastiche alternative alle piume d’oca

Attenzione alle etichette di piumini e accessori: le alternative cruelty-free alle piume d’oca esistono e vanno valorizzate. Ecco quali sono e chi le utilizza.

Dopo i filmati mandati in onda dalla trasmissione “Report“, che nel 2014 hanno accusato Moncler di produrre capi d’abbigliamento con fornitori che non rispettano il benessere degli animali, molti di noi sono diventati più attenti all’acquisto di piumini e altri accessori che contengono piume d’oca.

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Oche (foto Pixabay)

Le immagini girate all’interno degli stabilimenti, d’altronde, parlavano molto chiaro: le piume venivano tolte dalle oche ferendole, con più spiumature e passaggi che provocavano atroci sofferenze agli animali.

E’ così necessario utilizzare le piume delle oche, che vengono strappate mentre l’animale è ancora vivo nonostante in Italia vi sia riferimento in una legge (l’articolo 19 del Decreto Legislativo 146/2001) che vieta la spiumatura di animali viventi?

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Così come ci si è sempre più schierati contro le pellicce e la pelle animale, sarebbe anche necessario che il mondo della moda adottasse soluzioni alternative alle piume d’oca per le imbottiture di piumini e accessori.

Le più recenti tecnologie, infatti, ci permettono di sviluppare idee sempre più innovative. Sarebbe opportuno che i nuovi progetti fossero anche sempre più attenti all’ambiente e, in questo caso specifico, al benessere animale.

Alternative cruelty-free alle piume d’oca

piuma d'oca
Piuma d’oca (foto Pixabay)

Per evitare che le oche vengano maltrattate, ci sono alcuni materiali che rappresentano una valida alternativa alle sue piume per realizzare le imbottiture. Pensiamo alle fibre sintetiche che derivano dal riciclo o, ancora meglio, a quelle naturali.

Per quanto concerne le fibre sintetiche riciclate, esiste ad esempio il PLA (acido polilattico). Si tratta di un materiale biodegradabile, morbido e anallergico; grazie alla combinazione con l’aloe, inoltre, riesce a proteggere la pelle da batteri e funghi. Anche la fibra ricavata dal mais viene utilizzata per imbottire i piumini: è anallergica, morbida e con proprietà isolanti.

Per un piumino cruelty-free nel nostro letto, possiamo anche orientarci verso il legno – purché i prodotti siano ottenuti da coltivazioni sostenibili. Il Tencel e il Lenpur, che derivano rispettivamente da faggio e pino bianco, vengono ottenuti dagli scarti di questo materiale e garantiscono calore ma anche traspirazione.

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E poi c’è il bambù, le cui piantagioni sono molto più sostenibili di quelle di altre specie arboree e che consente di tenere il corpo al caldo; è in grado, poi, di proteggerci dai batteri ed è molto resistente.

Se invece vogliamo un capo d’abbigliamento che non abbia piume d’oca, dobbiamo stare attenti a leggere l’etichetta. Ci sono brand che hanno scelto materiali più ecologici, come Saldarini since 1882 che recupera gli scarti del cashmere per trasformarli in fiocchi da usare nelle imbottiture dei propri capi.

Infine, Ecoalf che per le sue imbottiture riutilizza le reti da pesca abbandonate nel mare: un modo per salvare le oche ma anche la fauna marina, spesso vittima degli strumenti dei pescatori.

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