Una strage assurda: ecco il colpevole di questa eccessiva crudeltà

Negli ultimi 3 anni, tra incendi e deforestazione, la crudeltà ha provocato un vero e proprio massacro tra i koala, che sono drasticamente diminuiti.

I koala sono stati sempre più al centro delle cronache, negli ultimi anni, in particolare per gli incendi che si sono verificati in Australia e che hanno danneggiato notevolmente il loro habitat.

koala
Koala (foto Pixabay)

Secondo quanto riportato in un documento stilato dalla Australian Koala Foundation (AKF), la popolazione di questa specie è diminuita del 30% negli ultimi 3 anni. A essere maggiormente colpito da questa drastica diminuzione di koala, nel Paese, è lo Stato del Nuovo Galles del Sud: qui la popolazione è crollata di oltre il 40%. Inoltre, quasi 50 aree che rappresentano un habitat per questi marsupiali sono scomparse.

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Il koala è considerato una specie vulnerabile, molto minacciata dall’azione dell’uomo. Quali sono le cause che hanno determinato la perdita di così tanti esemplari di questo mammifero, negli ultimi anni? Se alcune già sono molto note, come gli incendi che hanno devastato l’Australia tra la metà del 2019 e l’inizio del 2020, altre lo sono meno ma contribuiscono altrettanto ad aggravare il problema.

Strage di koala: le cause

koala salvato
Un koala salvato nella foresta (foto: Simon Peel/Unsplash)

Come detto, gli enormi roghi che sono divampati nel Paese hanno condotto alla morte un numero impressionante di koala. Sono, infatti, ben 60.000 quelli colpiti dalle fiamme in Australia nel periodo da giugno 2019 a febbraio 2020. Dopo questo inferno di fuoco, nel Paese ne restano 35.000.

Il WWF, attraverso il report “Impacts of the unprecedented 2019-2020 bushfires on Australian animals“, ha comunicato che a causa degli incendi ci sarebbe stata una diminuzione del 72% di koala in sei aree della costa settentrionale del Paese.

Oltre agli incendi, che hanno provocato una perdita di habitat per questa specie, ci sono altre cause. Purtroppo, la diffusione di malattie come la Clamidia tra i koala ha portato a un’ulteriore riduzione del numero di esemplari. Così come la crisi climatica, abbinata all’azione negativa dell’uomo sull’ambiente.

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Inoltre, la deforestazione che viene fatta dai proprietari terrieri non contribuisce a risolvere il problema. Intere aree vengono disboscate per creare allevamenti intensivi di bestiame, per lo sviluppo dei centri urbani o ancora per l’attività di estrazione mineraria. Secondo il WWF, ogni anno in Australia vengono abbattuti tra i 300.000 e 500.000 ettari di foresta nativa e boschi.

A proposito di disboscamento, negli ultimi giorni è stata annunciata la decisione di avviare un processo per il massacro dei koala avvenuto nel 2020 in Australia. Nel mese di febbraio di quell’anno, infatti, venne abbattuta e bonificata una piantagione di eucalipto utilizzando bulldozer e altri macchinari molto invasivi: l’operazione portò alla morte di circa 70 koala. Responsabili di questa deforestazione spietata sono un proprietario terriero e una società privata, accusati ora di crudeltà verso gli animali.

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