La serra idroponica e hi-tech che rispetta l’ambiente

Sarebbe meglio alimentarsi solo con prodotti stagionali, lo diciamo sempre. Di fatto non sarà un cambiamento che avverrà dall’oggi al domani. Nel frattempo meglio utilizzare metodologie che non aggravino una situazione ambientale già critica.

Come ci piace ricordare spesso, il modo migliore per rimanere in salute è, tra le altre cose, seguire una dieta bilanciata. Questo tipo di alimentazione comprende almeno 5 porzioni di frutta o di verdura al giorno, possibilmente di stagione.

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La frutta e la verdura dovrebbe venir consumata sempre seguendo la loro stagionalità (foto pixabay)

I prodotti stagionali godono di proprietà nutritive migliori rispetto a quelli maturati in periodi diversi. Questo da solo dovrebbe bastare a passare subito a dei ritmi alimentari più naturali.

Lo sfruttamento del terreno, le emissioni di Co2 e lo spreco di acqua potabile, in aggiunta, dovrebbe portarci definitivamente verso un tipo di alimentazione più consapevole, per noi e per l’ambiente.

Siamo però realisti nel capire che, se i pomodori si è abituati a mangiarli tutto l’anno, non si smetterà di all’improvviso. Avere almeno delle coltivazioni intensive che rispettino di più l’ambiente e il terreno, sarebbe però un grande passo avanti.

Ed è qui che entra in gioco il gruppo Fri-El. La ditta altoatesina ha inaugurato da poco altri 20 ettari di serre in vetro e ferro, per la produzione di pomodori italiani in coltura idroponica.

Come funziona la serra hi-tech che rispetta l’ambiente

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Il gruppo Fri-El è anche uno dei maggiori produttori di energia da fonti rinnovabili (foto h2orto.it)

La ditta è uno dei principali produttori italiani di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili. Lavorano sopratutto nel campo del biogas. Questo viene utilizzato per far funzionare delle turbine e produrre energia.

Il gruppo ha cominciato, circa 6 anni fa, ad investire in serre che vengono riscaldate, in gran parte, con l’acqua calda prodotta dalle loro centrali. In questo modo riescono a recuperare energia e ad evitare di sprecare un bene prezioso come l’acqua.

All’interno delle loro serre vengono prodotti pomodori senza l’ausilio di pesticidi chimici ed in un ambiente protetto che impedisce la contaminazione dell’aria. L’impollinazione è affidata a intere squadre di bombi.

Per la coltivazione è utilizzato il metodo dell’idrocultura, più conosciuta come idroponica. In questo modo anche il terreno non viene sfruttato e impoverito. I pomodori inoltre non soffrono nemmeno la contaminazione dei terreni circostanti.

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I pomodori grazie all’idroponica non soffrono la contaminazione dei terreni circostanti (foto pixabay)

L’acqua utilizzata per la crescita delle piante è principalmente quella piovana, il che da la possibilità di risparmiare oltre il 70 % di acqua rispetto alle serre tradizionali. I led che vengono utilizzati per l’illuminazione prendono l’energia dalle loro stesse centrali adiacenti.

Alla fine del ciclo vitale, le piante diventano biomassa utilizzata per produrre biogas, e il ciclo ricomincia da capo. In questo modo si ha un sistema di riutilizzo delle risorse quasi perfetto, con un bassissima quantità di emissioni di Co2.

Aggiungiamo gli imballaggi  provenienti da materiali riciclati e, mentre attendiamo il cambiamento, possiamo dire che questo ci sembra un metodo di coltivazione abbastanza innovativo e green, del quale possiamo essere soddisfatti.

 

 

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