Un’artista ci fa vedere il lato nascosto del cancro di cui nessuno parla

La celebre gallerista Rossana Orlandi, con Guiltless Plastic, ci insegna che qualsiasi materiale deve avere una seconda vita: il riciclo diventa fondamentale.

ro plastic prize 2021
Uno dei progetti vincitori di Ro Plastic Prize 2021, realizzato da Maria Kojick (foto: polimerica.it)

Rossana Orlandi, celebre gallerista milanese che dopo 30 anni di lavoro nel settore della moda si è convertita al mondo del design, ha compreso l’importanza dei rifiuti e soprattutto del loro riutilizzo. Qualsiasi oggetto, secondo lei, può e deve avere una nuova vita: il design diventa così uno strumento molto utile per ripensare e dare una seconda chance ai nostri scarti.

Grazie alla sua grande esperienza e alla partecipazione a numerose Design Week in giro per il mondo, Rossana Orlandi ha colto la sfida di sensibilizzare sempre più persone alle tematiche di cui parla e che espone nei suoi spazi. Tra queste ci sono anche la tutela dell’ambiente, al centro del Ro Guiltless Plastic: progetto giunto alla sua terza edizione vuole appunto comunicare l’importanza del riciclo, in particolare della plastica.

A questa iniziativa è legato anche un premio internazionale, il RO Plastic Prize, che vuole sfidare e allo stesso tempo ispirare la comunità dei designer a pensare in modo diverso a come un oggetto viene realizzato.

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Durante la Design Week 2021, sono stati presentati i progetti finalisti del concorso mentre il 9 settembre si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori per ognuna delle tre categorie.

Il design per l’ambiente

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Il progetto Gomi Speaker, tra i vincitori del RO Plastic Prize 2021 (foto: polimerica.it)

Il design, apparentemente così lontano dalle tematiche ambientali, può invece diventare un potente strumento per diffondere la consapevolezza delle condizioni in cui si trova il nostro Pianeta. Attraverso le tre categorie in gara l’obiettivo del progetto ha così sottolineato come proprio come ogni oggetto possa essere riutilizzato per diventare di design e allo stesso tempo contribuire ad un minore impatto per l’ambiente.

La sezione Urban and public furniture design mostra, ad esempio, come si possono riciclare le enormi quantità di plastica che vengono generate ogni giorno, creando un ciclo virtuoso con progetti legati al contesto urbano. Prodotti che possono essere collocati per le strade, nelle stazioni, nelle scuole, nei parchi e nelle piazze, negli stadi e negli ospedali, sui mezzi di trasporto e nei luoghi di interesse culturale.

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La categoria Responsible innovation projects è invece incentrata sui progetti innovativi che trasformano il rifiuto in benessere, con la responsabilità come parte integrante dell’oggetto stesso e non solo come obiettivo. Progetti, insomma, che vogliono riequilibrare il legame tra uomo e natura.

Emotion on communication, invece, vuole mostrare l’importanza delle emozioni nel processo di comunicazione: questo vale anche per le tematiche ambientali, dove la responsabilità e la sostenibilità devono avere un forte carico emotivo quando vengono veicolate anche attraverso progetti di design.

I vincitori del Plastic Prize 2021

E proprio in questa ultima categoria, Emotion on communication ha trionfato Maria Koijck con This is the waste of one operation, my operation” (Questo è lo spreco di un’operazione, la mia operazione). Con questo cortometraggio che vi proponiamo e che mostra l’enorme quantità di materiale plastico utilizzato durante un intervento per rimuovere un cancro al seno, realizzato sulla stessa artista. Un messaggio visivo di neanche due minuti ed incredibilmente forte come la domanda finale che pone l’artista allo spettatore chiedendosi e chiedendo a lui stesso: “Esiste un’altra via a tutto questo?”. 

Per la categoria Urban and public furniture design è stato premiato il designer spagnolo Alvaro Catalan de Ocon, con il progetto Plastic Rivers: tappeti realizzati con PET riciclato sfruttando la tecnica dell’hand tufting, che mostra quattro dei fiumi più inquinati del mondo da rifiuti plastici visti dall’alto.

Responsible innovation projects ha visto invece sul podio Tom Meades per il suo speaker portatile Gomi che è stato prodotto con la plastica proveniente dal riciclo di sacchetti ed è alimentato dalle pile esauste delle biciclette LIME utilizzate a Londra.

Insomma, anche l’arte si mette al servizio di una nuova consapevolezza far crescere in ogni ambito e momento della vita e dell’attività umana.

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