Come funziona il progetto europeo che salva le piante autoctone dall’estinzione

Al via il progetto europeo che prevede di salvare le piante autoctone dall’estinzione. Diverse banche dei semi in Italia, in Francia, a malta e in Slovenia per un progetto guidato dal Muse di Trento.

In Italia si trova una gran numero di piante di interesse comunitario. Nella Direttiva Habitat della Commissione Europea sono state segnalate 104 specie di piante da salvaguardare perché a rischio, diverse delle quali nella nostra nazione.

I cambiamenti climatici mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie vegetali (Fonte Pixabay)

Alcune hanno necessità di un inversione di trend se non vogliamo vederle sparire del tutto. Solo per citarne qualcuna, si tratta della felce gigante siciliana, del ribes sardo, della bocca di leone di Linosa, della testa di drago alpina.

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Con un budget totale di 7.790.685 €, la Commissione Europea ha deciso di dare vita ad una serie di banche del seme in grado di garantire la sopravvivenza delle piante a rischio di estinzione. Il programma in questione si chiama LIFE.

Come funziona il programma Life Seedforce per salvare le piante a rischio di estinzione

Il ribes sardo è una di quelle piante ad alto rischio di estinzione (Fonte Pixabay)

Costantino Bonomi, conservatore di botanica del MUSE di Trento, afferma che è la prima volta che un progetto di tale portata vede la vita in Italia: parliamo di una vera missione di salvataggio.

Sono 29 le specie per cui è necessario muoversi il più presto possibile, e 28 di queste si trovano sul nostro territorio.  Queste sono particolarmente rare e rischiano di sparire per sempre senza un intervento d’urgenza.

I siti di intervento sono in tutto 139, di cui 107 in Italia. L’intenzione è quella di bonificare i siti e trasferire 25 mila individui di queste specie rare, 20 mila di queste in Italia dove verranno coltivate in modo massiccio sia in laboratorio che in serre.

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In questo modo, le piante potranno poi essere di nuovo messe nel territorio in quesi siti bonificati in cui potranno crescere naturalmente. Il lavoro in laboratorio e in serra mira infatti a spezzare la catena di isolamento che le sta condannando all’estinzione.

Bisognerà soprattutto lavorare sulle cause che hanno quasi fatto estinguere queste specie vegetali. Nello specifico, ci si riferisce alle modifiche dell’habitat perpetrato dall’uomo, così come anche i grandi cambiamenti climatici.

Affinché le biodiversità continuino ad esistere, é necessario decidere finalmente di modificare il nostro rapporto con la terra e con il Pianeta. Sarebbe un valido auspicio quello di imparare finalmente il rispetto per l’ambiente, cosicché lasciarlo pulito eviterà che tutto, un giorno, sparisca.