Un piano globale per la risoluzione dell’inquinamento da plastica

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha parlato chiaro, per salvarci dobbiamo eliminare l’inquinamento della plastica. La salvezza del mondo dipende dai passi che l’umanità riuscirà a fare nelle politiche ambientali.

Se ne è parlato a novembre a Glasgow. Quasi due settimane in cui si è fatto il punto sulle problematiche del pianeta. Problematiche dovute all’inquinamento. E si è parlato di strategie per salvarci dal disastro imminente.

plastica interna
A Glasgow si.è trattato il problema delle plastiche e delle microplastiche (fonte pixabay)

L’emergenza climatica non è una cosa da prendere alla leggera. Gli accordi di Parigi stilati nel 2015 sono stati del tutto disattesi. Le emissioni di Co2 non sono calate e la temperatura globale è aumentata molto di più di quanto si era stabilito.

È necessaria un’azione che richieda una piena collaborazione tra i governi di tutto il mondo. Devono essere messe in mezzo anche imprese e società civile per riuscire a portare avanti tutti gli impegni presi.

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Se a Parigi nel 2015 si presero degli accordi, con Glasgow è necessario renderli reali. È di primaria importanza interrompere la produzione della plastica. L’inquinamento che deriva da questo materiale è oramai fuori controllo.

Il problema dell’inquinamento da plastica e gli accordi per risolverlo

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Ogni giorno ingeriamo alte quantità di micropastiche tramite i cibi e l’acqua da bere (fonte pixabay)

L’inquinamento negli oceani e negli altri corpi idrici come i fiumi continua ad aumentare. Se non si farà finalmente qualcosa di davvero concreto, questo tipo di inquinamento è destinato a raddoppiare entro il 2030.

Le conseguenze saranno disastrose per tutti. Non solo a livello ambientale, ma anche per quanto riguarda la salute e l’economia. La crisi globale dell’inquinamento deve cominciare ad essere combattuta riducendo quella che viene chiamata “plastica inutile“.

Riciclare la plastica nel modo corretto è un inizio, ma arrivati a questo punto il corretto smaltimento non è più abbastanza. Anche le plastiche biodegradabili hanno cominciato a rappresentare un problema.

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L’unica via percorribile è la diminuzione radicale della produzione e del consumo della plastica stessa. Un’attenzione particolare deve poi esser dato verso le microplastiche, che inquinano le nostre acque e che rendono vulnerabile anche la nostra salute.

Queste micro particelle entrano nel nostro corpo attraverso l’ingestione di frutti di mare, di bevande e persino con l’utilizzo del comune sale da tavola. Le nostre fonti di acqua sono oramai tutte contaminate.

A Glasgow i programmi sono stati discussi, la disponibilità al miglioramento delle politiche ambientali è stata data da 190 leader mondiali e decine di migliaia di negoziatori, da rappresentanti di governo e da imprese e cittadini.

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La speranza è che per attuare, nella pratica, dei comportamenti responsabili atti al cambiamento, non sia necessario arrivare sull’orlo dell’abisso.

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