40 giorni isolati in una grotta: un esperimento estremo con risultati sconvolgenti

Un esperimento estremo è stato realizzato in Francia: un gruppo di 15 persone è rimasto isolato in una grotta per 40 giorni, ecco come è andata e il perché.

Riuscite a pensare di stare per ben 40 giorni totalmente isolati dal mondo all’interno di una grotta, senza telefoni né orologi e senza poter vedere la luce del sole?

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L’esperimento estremo nella grotta (foto: Renata Brito/AP)

Se vi sembra un metodo di tortura, in realtà si tratta di un esperimento estremo che si è svolto in Francia pochi mesi fa. Un gruppo di 15 persone volontarie è stato appunto rinchiuso nella grotta di Lombrives (la più grande d’Europa, sui Pirenei), senza la possibilità di orientarsi a livello temporale.

Gli 8 uomini e 7 donne coinvolti, tutti di età compresa tra i 27 e i 50 anni, sono stati privati di tutti gli orologi e i cellulari. Le persone non potevano né controllare che giorno e ora fosse, né contattare gente esterna all’esperimento.

Le condizioni di vita del gruppo non erano propriamente ospitali: la temperatura era fissa intorno ai 10 °C, l’umidità relativa era del 100%. All’interno della grotta non entrava mai la luce del sole e l’illuminazione era completamente artificiale.

Ma perché è stato condotto questo esperimento estremo? Di seguito vi spieghiamo tutti gli obiettivi di questo strano studio.

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Esperimento estremo…contro il tempo

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L’esperimento estremo nella grotta (foto: Renata Brito/AP)

Perché rinchiudere 15 persone per 40 giorni in una grotta, senza riferimenti temporali e in condizioni estreme? Lo scopo è subito detto: verificare le loro reazioni!

I ricercatori dell’istituto francese Human Adaptation Institute volevano infatti capire cosa succede al nostro corpo e al nostro cervello. Questo, soprattutto quando non abbiamo più gli strumenti e i riferimenti per misurare il tempo.

Ecco perché le persone sono state private di orologi, telefoni e luce del sole. Il progetto ha preso il nome di “Deep Time“, appunto, e ha voluto verificare cosa accade quando perdiamo la cognizione del tempo.

In una tale situazione, i volontari si potevano fare guidare solo dal proprio orologio biologico: in particolare dal ciclo sonno-veglia.

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I risultati dello studio

Il gruppo era allo stesso tempo monitorato dal team di ricercatori, che riceveva in tempo reale le informazioni sulle condizioni dei loro processi fisiologici e cognitivi. Grazie a dei sensori, gli scienziati sono stati in grado di studiarne le abitudini di sonno, la temperatura corporea, i comportamenti nelle interazioni sociali.

Nel corso dei 40 giorni, tutti i volontari hanno perso il senso del tempo abbastanza in fretta. Infatti, hanno riscontrato difficoltà a stimare la durata delle giornate e progressivamente si sono coricati sempre più presto la sera.

Tanto che stimavano un giorno molto più lungo di quanto fosse in realtà: alla fine dell’esperimento, per la maggior parte delle persone erano trascorsi circa 30 giorni (mentre ne erano passati 40).

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