Un vero e proprio golpe per la storia folkloristica della Spagna. La tanto discussa corrida è stata estromessa dall’UNESCO come patrimonio immateriale per l’umanità. Scopriamo cosa é successo e perché.
Ci sono volute più di 985 organizzazioni nonché molte firme perché si ottenesse il tanto aspettato risultato: l’Unesco ha rifiutato la candidatura della corrida come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
![Corrida de toro](http://www.ecocultura.it/wp-content/uploads/2021/11/Corrida-de-toro.jpg)
La notizia non ha fatto piacere al presidente dell’Associazione Internazionale della Tauromachia, William Càrdenas, il quale insiste, da sempre, per salvaguardare le sorti di questa pratica, a sue detta, carica di valori storico-culturali.
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Inoltre, non sarebbe la prima volta che l’UNESCO include tradizioni di dubbia natura all’interno del suo programma di protezione. È il caso della Charreria, festa messicana simile al Rodeo.
L’arte della tortura dai tempi del neolitico: un’evoluzione lunga secoli
Se non tenessimo conto della violenza nei confronti dei tori, vittime principali di questa pratica barbara e violenta, apprezzeremmo senza dubbio il legame affettivo tra uomo e festa.
È stato Giulio Cesare uno dei primi a documentare dell’esistenza della tauromachia nel suo De Bello Gallico, raccontando di tori possenti e pericolosi che dovevano combattere con i gladiatori.
![Toreador](http://www.ecocultura.it/wp-content/uploads/2021/11/toreador_foto1_-2.jpg)
Durante la dominazione araba, la lotta con i tori era un passatempo per intrattenere, ma anche un allenamento per i soldati, i quali acquisivano forza e coraggio.
Intorno al XIV secolo, poi, il toreador diventa una figura professionale a tutti gli effetti. Infatti, il re decide di chiamare due matadores dalle regioni del sud per combattere dinnanzi alla corte reale.
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Toro 1 – uomo 0: le proteste dell’opinione pubblica
Al giorno d’oggi, l’opinione pubblica della penisola iberica si divide in due posizioni diametralmente opposte. Non mancano proteste e scontri efferati.
A Madrid, per esempio, tantissimi manifestanti si sono riuniti con rabbia. Le loro richieste miravano a condannare la violenza che ogni anno tutti i tori sono costretti a subire, morendo per mano del matador.
Anche in Portogallo, 1500 manifestanti si sono riuniti nel mese di agosto per combattere la guerra di questa tortura insensata.
![Corrida de toros](http://www.ecocultura.it/wp-content/uploads/2021/11/matador_foto2.jpg)
Infine, Esteban Miñano, presidente dell’associazione “La Tortura no es Cultura”, sottolinea che anche l’ONU vuole proteggere i giovani dalla violenza dalla pratica dell’uccisione dei poveri animali.
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È chiaro che uccidere per divertimento non è assolutamente piacevole. Nemmeno quando si tratta di uccisioni di chi non si può difendere, se non con un bel paio di corna.