Allerta pasta italiana: cosa è stato trovato, quali sono i marchi coinvolti e cosa fare

Allerta pasta, presenza di pesticidi. I risultati di una ricerca portata avanti da una rivista svedese, dimostra come, anche se in basse concentrazioni, i pesticidi continuano ad essere presenti. In 13 marchi sui 18 presi in esame. Ottimi i risultati dei prodotti biologici.

Il giornale Ktipp, periodico svizzero mensile,  ha in questi giorni reso pubblica la sua ricerca sui pesticidi negli alimenti. Dei 18 marchi di pasta presi in esame, in 13 hanno trovato tracce di glifosfati. Di questi, 4 sono marchi che troviamo quotidianamente anche sugli scafali dei supermercati italiani.

allarme pasta
Foto Pixabay

Anche se la concentrazione dei pesticidi risulta al di sotto del limite stabilito dalla legge, gli stessi studiosi affermano che questo non esclude che, sebbene in quantità bassissima, la contaminazione non possa avere degli effetti nocivi sulla salute delle persone.

La ricerca inoltre, oltre a smascherare i marchi che utilizzano i glifosfati, ha dimostrato che la possibilità di avere degli alimenti che ne siano completamente privi è possibile. Gli unici 5 pacchi di pasta biologica, infatti, erano completamente puliti.

Il glifosfato è uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. La sua potenziale dannosità ha però portato l’Iarc dell’Oms a metterlo nella lista dei prodotti probabilmente cancerogeni, evidenziandone la pericolosità anche in concentrazioni molto basse.

Ecco quali sono i marchi di pasta italiana che rientrano nell’allerta

Come abbiamo detto sono 4 i marchi di pasta interessati. Agnesi, Divella, Garofalo, Combino (Lidl). Nello specifico i formati controllati sono i tagliolini della Agnesi, gli spaghetti della Divella e di Garofalo e le tagliatelle Lidl Combino.

prodotti allerta pasta
Foto Ktipp.ch

Assolutamente soddisfacente, invece, il risultato dei prodotti biologici testati. I pacchi analizzati degli spaghetti Lidl Combino Bio, degli spaghetti Barilla e delle penne integrali Barilla, sono risultati del tutto puliti da qualsiasi traccia di contaminazione.

Le aziende hanno ovviamente replicato a tale studio ribadendo il loro controllo su tutta la filiera di produzione, dalla semina del grano alla consegna nei supermercati, facendo leva sulle bassissime tracce di polifosfati trovati. Tutte, come abbiamo detto, al di sotto dei limiti legislativi.

La Lidl in particolare, sebbene contenta per il risultato ottenuto dal suo prodotto biologico, ci tiene a far sapere che le tagliatelle contaminate appartengono ad un fornitore differente rispetto a quello svizzero, quindi non sono le stesse che troviamo sui nostri scafali.

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