Telefono senza fili: “parlare con chi non c’é più” é possibile

Presente in diversi Paesi del mondo, il telefono del vento ci aiuta a parlare con le persone che abbiamo amato, ma che sono andate via. Un aiuto per superare il lutto arriva direttamente dal Giappone.

Immaginiamo di poter parlare, anche solo per qualche minuto, con una persona cara che abbiamo perduto. Potergli raccontare una giornata, un momento importante, un traguardo o una preoccupazione. Ognuno di noi si sentirebbe più leggero dal peso opprimente del lutto.

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Il telefono del vento è un modo per rimanere in contatto con i propri cari che ci hanno lasciato (fonte pixabay)

Questo dev’esser stato il motivo che ha portato Itaru Sasaki, di Ōtsuchi, in Giappone, a utilizzare nel 2010 il primo telefono del vento (Kaze no Denwa) al mondo. Un modo per poter continuare a comunicare con il cugino morto dopo una brutta malattia.

Decise di apporre, nel suo giardino, una cabina telefonica dismessa, con un telefono a disco che non era ovviamente collegato alla linea. In questo modo poteva continuare a mantenere il contatto con il suo parente scomparso.

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Non esiste una religiosa specifica dietro questa scelta. Secondo Itaru, questo era solo un modo per poter riflettere sulla persona cara e, siccome non era possibile trasmettere i suoi pensieri su una normale cabina telefonica, allora decise di affidarli al vento affinché giungessero a destinazione.

Il telefono del vento e lo tsunami del 2011

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La cabina che lo contiene è stata visitata da oltre 30 mila persone dal 2011 (Photo by Jonathan Formento on Unsplash)

Come tutti ricordano, l’11 Marzo del 2011 si verifico in Giappone il più potente terremoto mai registrato. Si trattò di un sisma di magnitudo 9 con epicentro in mare. La scossa di terremoto fu così forte che dal mare arrivarono onde alte fino a 10 metri.

I due disastri, insieme, causarono la morte di oltre 15 mila persone, delle quali 1200 solo a Ōtsuchi, che ne contava poco più 12 mila. Un numero di vite altissimo per una città così piccola.

Proprio per aiutare i suoi concittadini, Itaru decise di aprire al pubblico il suo telefono del vento. Diede a chiunque volesse la possibilità di salutare chi non era sopravvissuto, per poter mantenere un filo che li unisse a loro dopo uno strappo così straziante.

Intere famiglie furono divise. Da allora il luogo è stato visitato da oltre 30 mila persone. Donne e uomini, ma anche molti bambini, salutavano i propri cari.

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A causa dell’esposizione alle intemperie, la cabina ha subito negli anni dei danni che Itaru ha cercato di sistemare. Le persone che conoscevano l’importanza del telefono del vento fecero una colletta spontanea donando oltre mille Yen. Questo permise di sostituire la struttura in legno, ormai consumata, con una in alluminio.

All’interno della cabina che custodisce il telefono, ci sono solo un telefono scollegato, una mensola e un quaderno dove è possibile, per chi va a telefonare, lasciare una firma e qualche pensiero.

Negli anni, installazioni come quella giapponese sono comparse piano piano in tutto il pianeta, dando sollievo a chi aveva perduto persone care.

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