Nel 2022, gli smartphone produrranno 146 milioni di tonnellate di Co2

Qual è l’impatto degli smartphone sul pianeta e come possiamo intervenire? Uno studio stima che nel 2022 causeranno l’emissione di 146 milioni di tonnellate di Co2.

Ogni giorno utilizziamo il nostro smartphone in modo compulsivo, praticamente è diventato una terza mano da cui non riusciamo a staccarci. Questi dispositivi hanno però un peso sull’ambiente, che equivale a diverse tonnellate di emissioni di Co2 ogni anno.

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Smartphone (foto Pixabay)

Ne siamo davvero consapevoli? Secondo un report pubblicato da Deloitte, dal titolo “Digital green evolution“, in Italia un consumatore possiede almeno 4,5 dispositivi (smartphone, pc, eReader, tablet, smart watch, ecc…). Gli smartphone sono quelli più diffusi, infatti almeno il 94% dei consumatori ne possiede almeno uno.

Sono ancora pochi, però, quelli che scelgono di acquistarne uno ricondizionato o di seconda mano anziché nuovo. E ancora meno quelli che lo smaltiscono correttamente: in tanti lo “tengono di scorta” oppure lo regalano ad amici o parenti.

La produzione, l’utilizzo e lo smaltimento di questi dispositivi digitali ha un costo ambientale. In particolare, in tutto il 2022 si stima che gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Tutta la filiera legata ai device tecnologici di uso quotidiano dovrebbe dunque essere più attenta a rispettare il pianeta.

Smartphone ed emissioni di Co2

device digitali
Device digitali (foto Pixabay)

Le emissioni causate dal mercato degli smartphone sono ridotte, se confrontate con quelle generate complessivamente ogni anno in tutto il mondo (34 giga tonnellate). Eppure, i numeri sono comunque alti e quindi serve intervenire affinché la produzione e l’uso degli smartphone siano più sostenibili.

Sempre secondo l’analisi di Deloitte, l’83% delle emissioni sono legate alle fasi iniziali del ciclo di vita di questi dispositivi. In particolare: l’estrazione delle materie prime, il processo produttivo e il trasporto. Seguono le emissioni generate dall’utilizzo degli smartphone, l’11% del totale, e infine le attività di recupero e ripristino/smaltimento di tali device.

A fronte di questi dati, è evidente che debbano essere pensati interventi a partire dalla produzione degli smartphone. Anzitutto si dovrebbero utilizzare più materiali riciclati, riducendo così l’impatto dell’estrazione soprattutto delle terre rare; poi efficientare a livello energetico gli impianti di produzione e utilizzare energie rinnovabili per alimentarli.

Infine, si dovrebbe prolungare il ciclo di vita degli smartphone. Oggi si stima che sia di circa 2-5 anni, fortunatamente con un trend in crescita soprattutto in Italia: questo potrebbe essere causato dai costi sempre maggiori dei device. Purtroppo, però, l’aspetto di attenzione all’ambiente pesa ancora troppo poco nelle scelte di acquisto. Se si intervenisse anche su questi punti, dunque, si potrebbe avere una filiera più sostenibile e quindi con minori impatti sulla Terra.

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