Pericolo per i consumatori italiani, questi scaffali rischiano di rimanere vuoti

Il porto di Odessa chiuso a causa dell’invasione russa in Ucraina, ha posto, ancora una volta l’attenzione su uno dei rischi più paventati nelle ultime settimane. L’assenza di grano potrebbe causare une vera e propria crisi alimentare globale. Ma siamo davvero in pericolo come si legge?

L’Ucraina è da sempre considerata il granaio d’Europa, capace da sola di soddisfare i bisogni alimentari di ben 600 milioni di persone. Capiamo quindi come le esportazioni di frumento ed altri cereali siano cruciali per le democrazie occidentali.

Pericolo
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Ma l’invasione russa sta mettendo seriamente a repentaglio un diritto fondamentale: mangiare. Per evitare una vera e propria emergenza umanitaria, le altre potenze occidentali stanno cercando di importare materie prime come il gas o il grano da altri paesi. Uno di questi era l’India che ha dovuto però fare dietrofront a causa di un’anomala ondata di caldo ad aprile che ha travolto il paese.

Il governo di Nuova Delhi, quindi, ha deciso di bloccare le esportazioni di grano. L’India, però, è il secondo esportatore di grano al mondo dopo la Cina. Il porto di Odessa ora chiuso non ha fatto altro che porre, ancora una volta, l’attenzione su uno dei rischi più paventati nelle ultime settimane. L’assenza di grano potrebbe causare une vera e propria crisi alimentare globale. Ma siamo davvero in pericolo come si legge?

Pericolo grano: come stanno le cose?

Che siamo di fronte ad un’emergenza, umanitaria prima di tutto, è evidente. I consumatori italiani, però, al momento possono stare tranquilli. Non corriamo il rischio, insomma, di rimanere senza pane e pasta. Sia l’Italia che le altre nazioni europee, infatti, hanno ancora abbastanza scorte di frumento, come ha dichiarato Italmopa, l’associazione industriali Mugnai d’Italia.

Crisi del grano
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Stiamo parlando di un livello di autosufficienza per l’Europa pari all’82% per il grano duro – per la pasta – al 93% per il mais – utilizzato nell’alimentazione animale – e al 142% per il grano tenero – per la panificazione – in base ai dati Coldiretti. Insomma, la vera crisi del grano è un’altra e colpirà i paesi più poveri ed extracomunitari.

Sempre la Coldiretti, infatti, ha spiegato che il controllo delle scorte alimentari avrà ripercussioni assolutamente negative per Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran le cui importazioni di grano, per il 60%, dipendono proprio da Russia e Ucraina, così come per il Libano, la Tunisia, lo Yemen, la Libia ed infine il Pakistan.

Autosufficienza
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La guerra in Ucraina, quindi, resta un pericolo, sì, ma soprattutto per i 13,1 milioni di persone che potrebbero fare i conti con la fame – ancora – nelle zone più indigenti del mondo.

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