Un “mangia rifiuti” per filtrare il mare arriva anche in Italia

Una nuova tecnologia mira a recuperare i rifiuti dispersi in mare. Si chiama Seabin ed è stato installato anche in varie città della nostra penisola.

Seabin Project (Foto: Facebook @seabinproject)

Uno dei più gravi problemi da affrontare al giorno d’oggi è sicuramente quello che riguarda l’inquinamento dei mari. La crisi climatica e ambientale che interessa ormai tutto il globo, è davvero complessa ed è altrettanto complesso attuare delle misure immediate per riparare questo vero e proprio disastro ambientale. Bisogna affrontare una cosa per volta ma in modo sistemico. Proseguire giorno per giorno nella ricerca di nuove soluzioni ecologiche ed anche tecnologiche da poter utilizzare.

Proprio in quest’ottica è nato qualche anno fa un progetto molto interessante e che adesso è arrivato anche in Italia, creato per contrastare il problema dell’inquinamento da plastiche dei fiumi, dei laghi, dei mari e degli oceani nel mondo.

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Una tecnologia che aiuta a ripulire le acque

Acque inquinate a causa della dispersione dei rifiuti (Foto di Ria Sopala da Pixabay)

Non è più un mistero al giorno d’oggi. Tutti conosciamo le condizioni terribili in cui versano la maggior parte delle acque della Terra. Inquinate in ogni forma, ricolme di rifiuti e in particolare di plastica. Una situazione drammatica che mette a repentaglio la nostra salute e la vita della fauna e della flora, non solo acquatica.

Per contrastare questa direzione nasce nel 2015 l’ambizioso progetto Seabin. I suoi fondatori sono due grandi appassionati di oceani spinti dal forte desiderio di contribuire a risolvere il grande problema dei rifiuti in mare. Così nasce il “seabin”, una sorta di bidone “cattura” spazzatura che viene installato direttamente in acqua. Questo innovativo contenitore è alto circa un metro e mezzo e, nonostante si tratti di un’invenzione di nuova generazione, ha un sistema che funziona in modo abbastanza elementare.

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Seabin: ecco come funziona e dove è installato in Italia

La funzionalità di Seabin è quindi semplice e preziosa. Questo secchio subacqueo, viene installato direttamente in acqua e per lo più all’interno delle aree portuali, fuoriesce di poco dalla superficie ed è in grado di attirare rifiuti galleggianti. Grazie ad una pompa, li cattura per poi trattenerli all’interno di una rete e tirare fuori l’acqua filtrata.

Ogni giorno raccoglie circa 1,5 Kg di rifiuti, in un anno può raccoglierne circa 500 Kg e, secondo i dati disponibili di questi la maggior parte sono plastiche, microplastiche e microfibre.

Il primo Seabin in Italia è stato installato a Firenze, successivamente è arrivato in tante altre zone del nostro Paese ed attualmente sono 25 i dispositivi presenti nella nostra penisola.

Pescara, Genova, Milano, Livorno, Brindisi, Trieste, Roma, Ravenna, sono solo alcune delle città coinvolte in questa iniziativa che si sta rivelando anche fortemente capace di attrarre progetti e incontri educativi collaterali mirati appunto alla sensibilizzazione per combattere il problema. Un punto di partenza verso proposte sempre più sostenibili, per un mondo migliore per tutti.

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