Scopri l’incredibile storia della bambina che lotta per i delfini

Olivia Mandle è una giovanissima attivista che ha organizzato un’enorme campagna per poter porre fine ai delfinari in Spagna.

Olivia ha solo 13 anni e ha ottenuto una grande mobilitazione per i delfini. (Foto: racesybrotes.org)

Ha soli 13 anni la ragazza che organizzato la campagna per porre fine al perpetrarsi di una vera crudeltà contro i delfini. È stata lei a lanciare l’hashtag #NoEsPaisParaDelfines per riuscire a sensibilizzare e ottenere una legge che di fatto vieti i delfinari.

Ai tempi del Coronavirus, con possibilità scarsa di muoversi, sono stati i social network a diventare fondamentali. La strategia della ragazza è stata quella di mettere in atto una raccolta di firme online con l’obiettivo di raggiungere le 100mila sottoscrizioni come traguardo, obiettivo ormai raggiunto su Change.org.

Grazie al sostegno dei cittadini, Olivia è riuscita anche ad incontrare le istituzioni. Il suo gesto ha di fatto reso possibile un incontro virtuale con Sergio Torres, il direttore generale di Animal Rights in Spagna. Un traguardo davvero impensabile per chiunque figurarsi per una bambina di appena 13 anni.

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La giovane promessa in aiuto degli animali

Olivia Mandle ha affermato senza mezzi termini: “Sono una guerriera del clima e un’attivista per gli animali”. Fin da quando era ancora più piccola aveva capito che questa potesse essere la sua strada.

Quando era proprio una bambina, viveva vicina al Mar Mediterraneo. Era innamorata dalle spiagge ma nel suo racconto dei posti coglieva gli aspetti di degrado e violenza nei confronti della natura. Non parlava solo di ambiente però ma si interessava anche alla difesa degli animali marini che soffrivano la presenza dell’uomo stesso.

Così giovane già molto attiva tanto da inventare un utensileJelly Cleaner” per pulire le spiagge. Si tratta di un manufatto realizzato con calzini e bottiglie riciclate che serve per alzare la plastica che si trova in mare, partecipando attivamente alle brigate di pulizia di spiagge, acqua e fondali che sono state lanciate da We Care.

La campagna per liberare i delfini dagli acquari

L’amore per il mare è quello che ha spinto Olivia a lanciarsi verso questa grande sfida per liberare i delfini dalle gabbie dei delfinari. A spingerla il grande sentimento di ingiustizia per questo atto e per la sofferenza di questa usanza. Chiudere i delfini era un atto terribile e crudele nei confronti degli stessi.

Da qui la proposta di una legge per proteggere questi animali dalle loro sofferenze che è arrivata appunto fino alla scrivania del direttore di Animal Rights.

Nonostante manchi ancora un po’ per trovare una soluzione il suo esempio ha dato una grande spinta anche a tante altre campagne realizzate in favore dei delfini.

Il riconoscimento di Jane Goodall

L’organizzazione Roots & Shoots, creata dalla dottoressa Jane Goodall, ha riconosciuto Olivia come una “mini-eroina“. Ha pubblicato la sua storia sul sito web e diffuso la campagna sui social media.

Goodall è una rinomata etologa per la difesa degli animali e dell’ambiente ed ha fondato l’organizzazione per educare al rispetto dell’ambiente e promuovere azioni che generino più empatia per tutti gli esseri viventi.

Olivia trascorre gran parte del suo tempo a ripulire l’inquinamento sulle spiagge. (Foto: rootsybrotes.org)

Olivia ha apprezzato questo grande riconoscimento e ha anche sottolineato che Goodall è stata vera fonte di ispirazione per lei. Alla stampa la madre ha affermato che, fin dall’infanzia, la giovane attivista aveva letto dei libri scritti dal celebre etologo.

Un nuovo risveglio di giovani combattenti

La ragazza si è unita al movimento di centinaia di giovani in tutto il mondo che lotta contro il cambiamento climatico, sebbene il suo impegno sia maggiormente rivolto alle cause legate alla protezione della fauna marina e alla conservazione degli oceani.

Il movimento nato per approvazione della legge sul divieto dei delfinari e le sue conseguenze hanno portato molti a paragonarla a Greta Thunberg.

Olivia ha anche specificato che anche Greta è una delle ispiratrici nella sua lotta e come lei, la spagnola probabilmente riuscirà a coinvolgere altri giovani in altrettanto importanti lotte in futuro.

Questa nuova gioventù accompagnata da ONG e cittadini, che prendono le loro forze per trainare la speranza che il danno venga invertito rappresentano certo un movimento in crescita. Ma la grande domanda è: quanto tempo ci vorrà perché arrivino le decisioni politiche che chiedono?

Speriamo che molti altri Olivia continuino a combattere fino a quando la politica e la realtà del Pianeta non cambieranno nella pratica le cose.