Greta Thunberg su Vogue: attacco all’industria della moda

Protagonista della copertina del primo numero di Vogue Scandinavia, ha accusato la moda di essere tra i principali responsabili dell’emergenza climatica.

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Greta Thunberg (foto: Facebook @gretathunbergsweden)

Vi eravate scordati di lei? Beh, in realtà non si è mai fermata: se in questi mesi l’avete vista con meno frequenza sulla stampa rispetto al passato, oggi Greta Thunberg torna alla ribalta conquistando niente meno che la copertina di Vogue Scandinavia.

La piccola-grande ambientalista è forse il personaggio più discusso degli ultimi tre anni, tanto apprezzata per la sua opera di sensibilizzazione con messaggi diretti rivolti anche ai potenti della Terra, quanto criticata da molti, ed è diventata in questi giorni protagonista del primo numero dell’edizione scandinava della mitica rivista Vogue.

Come spesso succede, anche le sue parole contro l’industria della moda non hanno lasciato spazio a interpretazioni.

L’impatto del fast fashion sull’ambiente

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La copertina di Vogue Scandinavia con Greta Thunberg (foto: Alexandrov Klum)

“L’industria della moda contribuisce enormemente all’emergenza climatica ed ecologica – ha rimarcato anche sui suoi social – per non parlare del suo impatto su innumerevoli lavoratori e comunità che vengono sfruttati in tutto il mondo per far sì che qualcuno possa godere del fast fashion che viene ritenuto usa e getta da molti”.

L’attivista svedese si scaglia contro molte realtà della moda che si dicono più responsabili, grazie a campagne dove si dipingono come “etiche”, “sostenibili”, “verdi”, “a impatto zero” o “eque”: Greta ritiene infatti che queste rispecchino solo un “ecologismo di facciata”.

“Non puoi produrre una moda di massa o consumare in modo sostenibile, per come è strutturato oggi il mondo – ha aggiunto – Questa è una delle ragioni per cui avremo bisogno di un cambio di sistema”.

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Un futuro sostenibile per la moda

Come avviarci, dunque, verso un futuro più sostenibile? Prendendo esempio da Greta Thunberg, un modo forse un po’ estremo, ma altrettanto efficace potrebbe essere la scelta di non acquistare abiti nuovi o scegliere soluzioni di seconda mano.

L’ultima volta che ho comprato qualcosa di nuovo era tre anni fa si trattava di abiti di seconda mano – ha detto la giovane a Vogue Scandinavia Ora prendo solo cose in prestito dalle persone che conosco”. Acquistando capi di fast fashion, secondo Greta, si andrebbe a incrementare ulteriormente il circolo vizioso che danneggia l’ambiente.

Una presa di posizione sempre molto precisa e diretta, quella dell’ecologista che ha dato vita ai Fridays For Future coinvolgendo migliaia di giovani in tutto il mondo, e che fa riflettere ancora una volta su quanto le nostre abitudini quotidiane possano mettere a repentaglio la salute del pianeta.

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