Il nuovo rapporto pubblicato dalla FAO, “Solaw 2021”, mette in allerta sui rischi per la popolazione mondiale che nel 2050 arriverà intorno ai 10 miliardi di persone.
Gli ecosistemi marini e terrestri non sono in buone condizioni. Lo stato delle risorse idriche, dei terreni e del suolo è peggiorato negli ultimi anni e, a farne le spese, saremo molto probabilmente tutti noi.
![Popolazione mondo](http://www.ecocultura.it/wp-content/uploads/2021/12/popolazione-mondo-1.jpg)
Entro il 2050, la popolazione mondiale dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 miliardi di persone. Un numero impressionante, che apre significativi interrogativi legati alla salute del nostro pianeta e di conseguenza del genere umano.
La FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, da sempre è attiva per promuovere un trattamento sostenibile dei suoli e delle acque. Il suo obiettivo è, infatti, quello di garantire cibo a sufficienza per sfamare la popolazione a livello globale.
Quest’ultima, però, é in costante crescita e i cambiamenti climatici non aiutano a fornire un adeguato approvvigionamento di cibo per tutti.
Come si legge nell’ultimo rapporto pubblicato dall’organizzazione, “Solaw 2021” (“Stato delle risorse idriche e del suolo del pianeta per l’alimentazione e l’agricoltura: sistemi a un punto di rottura”): “al giorno d’oggi gli ecosistemi terrestri, acquatici e del suolo sono soggetti a pressioni intense e molti hanno già raggiunto un livello critico di stress“.
Da qui emerge un’interessante analisi del nostro futuro che, purtroppo, non è né molto lontano né positivo dal punto di vista del fabbisogno alimentare.
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Un quadro allarmante
![campo agricolo](http://www.ecocultura.it/wp-content/uploads/2021/12/campo-agricolo.jpg)
“Date le premesse, è evidente che in futuro la sicurezza alimentare dipenderà dalla nostra capacità di salvaguardare le risorse terrestri, idriche e del suolo“, viene riportato nel documento.
Purtroppo, è sotto gli occhi di tutti la triste realtà che gli attuali modelli di produzione agroalimentare si sono rivelati non sostenibili e dunque è necessario muoversi al più presto per cambiarli.
Secondo il rapporto della FAO, se si continuasse in questa direzione, “l’aumento del 50% della produzione di cibo necessario a sfamare la popolazione mondiale potrebbe comportare un incremento fino al 35% del consumo di acqua per scopi agricoli”.
Questo, di conseguenza, potrebbe “causare disastri ambientali, inasprire la concorrenza per lo sfruttamento delle risorse e alimentare nuove crisi e conflitti sociali“.
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Il degrado del suolo dovuto all’attività dell’uomo interessa il 34% dei terreni agricoli, dove si produce più del 95% del nostro cibo. Inoltre, la rapida crescita dei centri urbani ha avuto un impatto enorme sulle risorse idriche e dei terreni, inquinando e invadendo terreni agricoli pregiati fondamentali per la produttività e la sicurezza alimentare.
La scarsità di acqua dolce, poi, mette a rischio anche lo sviluppo sostenibile del pianeta: vengono danneggiate ben 3,2 miliardi di persone che vivono nelle zone agricole. Un quadro piuttosto allarmante, insomma, da cui è necessario proteggersi attraverso azioni mirate.
Soluzioni immediate cercasi
![eolico](http://www.ecocultura.it/wp-content/uploads/2021/12/eolico.jpg)
A fronte di quanto riportato, la FAO ha proposto alcune soluzioni che possono aiutare a fronteggiare la situazione attuale. Anzitutto, è necessario utilizzare l’innovazione tecnologica per un’agricoltura basata sulla scienza.
Inoltre, la governance dei suoli e delle risorse idriche deve essere più inclusiva e flessibile, adatta a offrire benefici alle categorie più vulnerabili alla crisi climatica. Perciò dovrà includere anche milioni di piccoli agricoltori, donne, giovani e popolazioni indigene.
Infine, per invertire la rotta e rallentare il cambiamento climatico è fondamentale l’uso sostenibile di suolo, terreni e risorse idriche. In questo modo, si otterrebbero sistemi agroalimentari resilienti in grado di soddisfare il fabbisogno di cibo e allo stesso tempo di rispettare il pianeta.