Uno smartphone nelle mani degli indigeni potrebbe salvarci | Lo studio

La tecnologia, se nelle giuste mani, può aiutare a salvare il Pianeta. L’esperimento condotto in Amazzonia, per combattere la deforestazione.

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Foresta amazzonica (foto: Pixabay)

La tecnologia ha un impatto negativo sul Pianeta in quanto fonte di inquinamento ma, come è stato dimostrato da alcuni studi, ha anche un lato positivo che può aiutare l’ambiente.

L’impiego delle nuove soluzioni tecnologiche, infatti, può aiutare a implementare tutti i settori affinché siano più sostenibili e rispettosi della natura ma può altresì contribuire dall’interno per salvare intere aree a rischio dallo sfruttamento delle risorse.

Se i più moderni device vengono messi nelle mani giuste, ad esempio, possono aiutare le popolazioni a non essere schiacciate e allontanate dalle proprie terre. Pensiamo all’Amazzonia, dove ogni giorno sono vittime della deforestazione da parte dei nuovi coloni che sfruttano i terreni per il proprio business.

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In queste aree, un esperimento condotto dall’Università del Michigan vuole dimostrare appunto che la tecnologia satellitare e gli smartphone, se dati in mano alle comunità indigene, possono sostenerle e combattere l’abbattimento degli alberi.

Tecnologia contro la deforestazione

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Comunità indigene in Perù (foto: Pixabay)

In Amazzonia, le popolazioni locali non hanno spesso accesso alle informazioni riguardanti la salute delle foreste dove vivono. Senza questi dati, non sono in grado di attivarsi per proteggerle contrastando coloro che sfruttano i terreni. Se le comunità avessero in mano le giuste informazioni, cambierebbe qualcosa?

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Per trovare una risposta, l’università americana ha voluto raggiungere 76 villaggi remoti dell’area peruviana dell’Amazzonia per invitarli a partecipare alla ricerca. Ha selezionato tre persone per ogni villaggio e dato loro la formazione necessaria per poter utilizzare una speciale app per smartphone, dedicata al monitoraggio delle aree boschive, informandole anche su come pattugliare la zona in caso di segnalazioni.

Ogni mese, le comunità indigene partecipanti hanno ricevuto informazioni sulle aree a rischio e, grazie all’app, si sono potute recare sul posto per controllare periodicamente se effettivamente erano sottoposte a disboscamento. Una volta a conoscenza di un’attività sospetta, le popolazioni sono intervenute avvisando le autorità o direttamente in prima persona per allontanare i criminali.

In questo modo, secondo quanto riferito dal Sole24Ore, i ricercatori hanno scoperto che la deforestazione in quelle aree era calata del 52% nel primo anno e del 21% nel secondo anno. Tradotto in numeri, nel primo anno sarebbero stati risparmiati dalla deforestazione ben 8,8 ettari di terreno.

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Lo studio ha quindi dimostrato che la lotta contro chi deforesta illegalmente può essere più efficace se vengono coinvolte le popolazioni locali e soprattutto se è fornito loro un supporto, anche solo attraverso la tecnologia. Secondo quanto riportato, infatti, in questo modo “la perdita di foreste in Amazzonia potrebbe essere ridotta fino al 20% in tutte le terre indigene“.

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