Conoscete le stampanti 3D alimentari? Potrebbero essere il futuro…

Le stampanti 3D alimentari potrebbero essere una soluzione al problema di approvvigionamento del cibo. Dalle cucine dei ristoranti a quelle domestiche.

Se vi dicessero che si possono stampare alimenti in 3D, ci credereste? Forse no, eppure gli strumenti esistono già e stanno iniziando a diffondersi nelle cucine professionali. Le stampanti 3D alimentari sono un macchinario che potrebbe addirittura cambiare il futuro della cucina.

cibo 3d
(foto Unsplash)

Ma come funzionano? Anzitutto, la tecnologia che sta dietro a questi sistemi è molto evoluta e ha subito un’accelerata negli ultimi anni. Utilizzando come materia prima alcuni composti viscosi, si possono ottenere dei piatti eccezionali. L’unica difficoltà riguarda la pre-lavorazione degli ingredienti primari, che è molto particolare. Il materiale viscoso viene poi depositato uno strato sopra l’altro, finché non si ottiene l’oggetto finale da mettere nel piatto.

Grazie a questa tecnologia, si possono dunque personalizzare i cibi in modo tale da soddisfare le esigenze del cliente. Per esempio, si può dare vita a una cucina molecolare oppure adattare il menù alle intolleranze o alle allergie del cliente.

Insomma, stampare il cibo in 3D non toglierebbe nulla alla cucina tradizionale in termini di creatività e soddisfazione dell’utente ma potrebbe essere una soluzione alla sempre più diffusa crisi alimentare in molte aree del mondo.

Stampanti 3D contro la fame

Le stampanti in 3D possono tra l’altro essere utilizzate sia per limitare gli sprechi in cucina, sia per far sì che le preparazioni siano più sane. Questo elettrodomestico sarebbe dunque in grado di creare piatti ad hoc per ogni esigenza, ma soprattutto di garantire una maggiore sostenibilità.

stampante 3d
(foto Unsplash)

Attualmente questi macchinari vengono usati per lo più nelle cucine professionali, ma in futuro potrebbero diventare un elettrodomestico di uso comune anche in ambito domestico. E poi rispondono alle più svariate esigenze, anche a livello etico: molte aziende già oggi realizzano carne vegetale con stampanti 3D.

Inoltre, permettono di regolare l’apporto di nutrienti e quindi di realizzare una cucina migliore per il nostro benessere. Sono altresì sicure, in quanto non prevedono l’utilizzo di cibo già lavorato o di origine industriale: la manipolazione del cibo da parte dell’uomo è praticamente inesistente.

Infine, il cibo stampato in 3D sarebbe un ottimo aiuto a risolvere la crisi alimentare in molte parti del mondo. Purtroppo sappiamo che i costi di questi elettrodomestici sono ancora molto alti, ma con una loro maggiore diffusione si potrebbero abbassare. Così, se utilizzati in contesti dove l’approvvigionamento è difficoltoso, sarebbero una soluzione al problema della mancanza di cibo.

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