Triste notizia: la sperimentazione animale è confermata fino al 2025

I divieti previsti per la sperimentazione animale non sono stati approvati dal Governo, che ha rimandato la decisione al 2025. Cosa comporta per topi, conigli e altre cavie.

La sperimentazione animale in Italia proseguirà almeno fino al 1 luglio 2025. Questa la decisione presa lo scorso mese, quando le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato una serie di emendamenti identici al decreto legge “Milleproroghe”.

beagle gabbia
Beagle in gabbia (foto Pixabay)

Cosa è stato deciso, di fatto? Essenzialmente, che per altri tre anni sarà possibile procedere con la sperimentazione sugli animali in due ambiti: negli studi sugli xenotrapianti d’organo e in quelli sulle sostanze d’abuso.

Dunque topi, conigli, cani, scimmie e altre specie verranno ancora utilizzate sia per testare l’utilizzo degli organi prelevati a esseri viventi di specie diversa sia per droghe, alcool e farmaci. Il testo originario del Governo prevedeva la proroga di soli sei mesi, ma gli emendamenti presentati da vari partiti sono stati approvati con il parere contrario dell’esecutivo.

Questa decisione ha da subito aperto una frattura nel tessuto sociale italiano. Da un lato si trova, favorevole, la comunità scientifica: al momento i ricercatori ritengono non vi siano metodi alternativi alla sperimentazione animale in questi ambiti. Dall’altra invece le associazioni animaliste e ambientaliste, che ritengono questa scelta inaccettabile.

Sperimentazione animale: “è inutile”

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Topo in gabbia (foto Pixabay)

Tra chi si è espresso duramente contro questa proroga dei divieti sulla sperimentazione animale c’è l’Enpa (Ente nazionale protezione animali). L’associazione sottolinea infatti quanto sia ormai notoriamente “inutile” questa pratica:

Ha perso la scienza etica e la ricerca innovativa – così Carla Rocchi, presidente nazionale EnpaA pochi giorni dall’introduzione di animali e ambiente in Costituzione questo rappresenta un passo indietro di decenni“.

Soprattutto se confrontato con altri Paesi europei e gli Stati Uniti, “dove i test senza animali rappresentano una concreta realtà che ha permesso già in alcuni settori di abbandonare la pratica della vivisezione, ormai notoriamente obsoleta” ha concluso Rocchi.

Da sottolineare che nel 2014 l’Italia ha recepito la Direttiva europea sulla protezione degli animali utilizzati per scopi scientifici, ovvero norme più restrittive per una maggiore tutela. Tuttavia, tra queste rientrerebbero anche i divieti di utilizzo degli animali per la sperimentazione nei due ambiti sopracitati. Eppure l’Italia ha rimandato ancora fino al 2025…

Posto che la ricerca in qualsiasi ambito, dunque anche quello biomedico, sia fondamentale per progredire nella scienza, è altresì importante tutelare gli animali. Utilizzandoli nei laboratori si mette indubbiamente in discussione il loro benessere, nonostante in Italia si applichi il principio delle “3 R“: replace (sostituzione), reduce (riduzione) e refinement (miglioramento).