Ridurre i capi negli allevamenti per combattere le emissioni: la decisione

Obiettivo di questo Governo è ridurre del 30% i capi negli allevamenti, al fine di combattere le emissioni in atmosfera e ripristinare i terreni. Ecco come.

Come fare per ridurre le emissioni di gas in atmosfera? Ci sono Paesi che hanno deciso di intervenire in ambito mobilità, con incentivi per chi sceglie di spostarsi con mezzi di trasporto sostenibili. Ma c’è anche chi si orienta, invece, sugli allevamenti intensivi.

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Mucche in allevamento (foto Pixabay)

Proprio questi, infatti, sono all’origine di un problema per i terreni: la presenza di un eccesso di azoto. Gli allevamenti producono liquami e letame, i quali generano ammoniaca che va a finire nella terra. In questo modo, i terreni vengono acidificati e quindi compromessi.

Si tratta di un fenomeno che si concentra, in particolare, in un Paese europeo: l’Olanda. Qui, infatti, c’è un’altissima concentrazione di allevamenti intensivi essendo i Paesi Bassi il primo esportatore di carne in Europa. Dal momento che questo Stato è grande più o meno come Lombardia e Veneto insieme, la concentrazione di terreni è molto alta.

Pensate che, a fronte di una popolazione di circa 17 milioni di abitanti, si contano ben 100 milioni di capi negli allevamenti. Così, non è difficile immaginare quanto sia stato enorme l’impatto di tali attività sui terreni. Ecco perché il Governo ha scelto di correre ai ripari.

Ridurre i capi negli allevamenti

Il Governo, dunque, ha deciso di ridurre del 30% il numero dei capi allevati entro il 2030. Il Premier Mark Rutte aveva comunicato che sarebbe stata presa questa misura dopo mesi di discussione, al fine di intervenire sulla salute dei terreni.

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Mulini a vento in Olanda (foto Pixabay)

Nel Paese, infatti, sono già numerose le aree che risultano danneggiate dagli allevamenti intensivi. Secondo quanto riferito dall’associazione Greenpeace Nederland, i terreni più colpiti sarebbero le lingue di sabbia sul Kootwijkerzand e sull’Hoge Veluwe, le aree di torbiera Alde Feanen e Nieuwkoopse Plassen, le dune dell’Olanda settentrionale e le antiche foreste di querce del Veluwe.

Queste zone sono state acidificate e sovrafertilizzate con l’azoto negli anni, dunque sono sempre meno le specie autoctone che le popolano. Un fenomeno che non è tuttavia presente solo nei Paesi Bassi, ma anche in molte altre aree europee. Per questo, come sottolinea Greenpeace Nederland, è urgente passare a un’agricoltura ecologica con meno animali.

Per aiutare gli allevatori che verranno colpiti dal taglio del bestiame, il Governo olandese ha altresì previsto benefici economici. In particolare, sono stati stanziati 25 miliardi di euro di risarcimenti e incentivi.

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