Una fibra naturale alternativa alla pelle: l’idea parte da un frutto

Esiste una fibra vegetale che può essere utilizzata per produrre i capi d’abbigliamento. Scopri l’idea di una startup indiana.

Il settore della moda è uno dei più inquinanti al mondo, per questo diventa fondamentale diffondere sensibilità su prodotti e processi. Non solo, é essenziale che l’industria del fashion introduca soluzioni innovative e maggiormente ecologiche.

La pelle vegana di Malai
La pelle vegana di Malai (foto: Facebook)

Esiste ad esempio una fibra artificiale, di origine vegetale, che viene estratta dall’acqua di cocco ed è molto simile alla pelle. Tuttavia, trattandosi di vegan, la stessa non arreca alcun danno agli animali.

La startup indiana Malai ha deciso di sfruttare proprio questa fibra per cercare di ridurre l’impronta ecologica del mondo della moda, producendo capi d’abbigliamento in pelle vegana. Un modo, questo, per portare avanti il concetto di Slow Fashion, che si contrappone appunto al Fast Fashion tanto dannoso per l’ambiente.

In India, l’industria della pelle è purtroppo ancora molto estesa ed è tra i principali agenti di inquinamento ambientale. Biocomposti sostitutivi alla pelle animale come quelli di Malai sono, quindi, una soluzione che vuole combattere questa industria. Ecco come si ottiene questa fibra di origine vegetale.

LEGGI ANCHE >>> Ecco cosa si può creare con gli scarti di mela: l’idea di un’azienda italiana

Vestiti dall’acqua di cocco

La pelle vegana di Malai
La pelle vegana di Malai (foto: Facebook)

I rifiuti agricoli provenienti dall’industria delle noci di cocco vengono utilizzati per produrre una cellulosa batterica sostenibile e biodegradabile, che viene coltivata nell’India meridionale.

L’idea dell’azienda Malai arriva dai due fondatori Zuzana Gombosova e Susmith Suseelan. Nello specifico, lei é ricercatrice di materiali e designer del College of Arts and Design di Central Saint Martin a Londra. a tempo interessata a trovare un modo per creare materiali sostenibili che potessero essere alternativi a quelli in commercio.

Lui è un ingegnere meccanico e product designer, che ha preso parte al progetto della compagna e l’hai aiutata a sviluppare l’idea di un materiale vegano che partisse appunto dall’acqua di cocco.

Inizialmente l’applicazione di questa scoperta avrebbe dovuto limitarsi agli imballaggi, ma successivamente la coppia ha pensato di allargarla al mondo della moda.

LEGGI ANCHE >>> Come risparmiare energia elettrica grazie alla natura

Rendendosi conto della somiglianza visiva del nuovo materiale con la pelle, i due hanno quindi deciso di realizzare una variante vegan che fosse più simile possibile al vero cuoio.

Ottenendo quindi una fibra tessile biodegradabile e 100% vegana, che potrebbe rientrare a pieno titolo nei materiali e capi d’abbigliamento o accessori cruelty free.

Come sostengono gli ideatori stessi, Malai è un materiale flessibile, resistente all’acqua e biocomposito. Il suo aspetto esteriore é pelle, ma si sente più vicino alla carta.

Non danneggia gli animali e viene realizzato consumando meno risorse. Ultimo, ma non meno importante, non usa sostanze chimiche tossiche.

Impostazioni privacy