Non sei pessimista, sei cherofobico. Ecco perché si ha paura della felicità.

La paura della felicità. Si esiste. Si chiama cherofobia e non è una patologia molto conosciuta. Ecco cosa accade e perché, alle persone che hanno il terrore che succeda loro qualcosa di molto bello.

“Mamma mia quanto sei pessimista!” Immagino che nella vita più di una volta ci sia capitato di sentircelo dire. Ma se invece di pessimismo, di paura che le cose vadano sempre e comunque male, si trattasse di un semplice attacco di cherofobia?

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Sei pessimista? No, sono cherofobico, ho paura della felicità! (foto pixabay)

Non è una vera e propria patologia a sé stante. Rientra infatti in uno stato dell’ansia. Si tratta di una forma d’ansia anticipatoria. Anticipa, cioè, l’ansia che verrà quando, al raggiungimento di una grande gioia, ci si aspetta di contro un grande dolore.

È purtroppo un modo di pensare molto comune. Abituati ad una vita in cui ci si deve accontentare e si hanno diverse difficoltà, la paura che dopo un momento di grande felicità il destino ci riservi, per compensazione, qualcosa di spiacevole, è quasi prassi.

Ma perché si vive questo tipo di ansia? Quali sono i motivi che non danno la possibilità alle persone di godere di un momento di pura gioia senza doversi preoccupare di quello che potrebbe avvenire dopo?

Cosa si nasconde dietro la paura della felicità e da dove arriva

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La cherofobia può diventare altamente limitante per l’individuo che ne soffre (foto pixabay)

Spesso la paura della felicità deriva da ansie che sono state elaborate durante l’infanzia. Qualcosa che ha a che fare con l’agire in un modo che, quando si era bambini, piaceva e alla punizione che ne derivava perché il comportamento non era corretto secondo il genitore.

In questo modo si attiva un meccanismo del tutto disfunzionale che collega l’azione dell’essere felice alla reazione di dolore emotivo per la punizione. Un meccanismo che si rischia di veder protrarre per il resto della vita.

In questo modo infatti chi soffre di cherofobia cerca di tenere sotto controllo le proprie emozioni. Quelle positive, sopratutto, che potrebbero renderli troppo vulnerabili ad accadimenti negativi che, secondo loro, potrebbero sopraggiungere.

Il trattamento più appropriato per riuscire a superare questo problema, che diventa davvero limitante per la propria vita, è quello di intraprendere una terapia cognitivo-temporale per imparare a riconoscere i pensieri non funzionali e correggerli.

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